In ricordo degli italiani all’estero morti per il lavoro a Monongah – Stati Uniti
Monongah è una cittadina del West Virginia, nel cuore minerario degli Stati Uniti. Qui il 6 dicembre 1907, si consumò una delle più terribili tragedie della storia mineraria americana, oltre a rappresentare anche la più grave sciagura dell’emigrazione italiana che in vite umane superò quello ben più noto di Marcinelle in Belgio dove, nell’8 agosto 1956, si contarono 262 morti di cui 136 italiani. A Monongah le vittime furono 361, 171 dei quali italiani, immigrati per la maggior parte da località molisane, calabresi ed abruzzesi.
Quel giorno accadde che nelle miniere di carbone numero 6 e 8 della compagnia Fairmont Coal Company, una serie di potenti esplosioni provocarono crolli nei tunnel che erano stati invasi dai gas. Le deflagrazioni furono di una violenza inaudita scatenando un vero e proprio terremoto che scosse la terra sino a 12 Km di distanza. Tra le cause del disastro venne appurato che nei due giorni precedenti le miniere erano rimaste chiuse e, per risparmiare energia, furono spenti gli aeratori così da venirsi a creare un accumulo di gas alla base dell’esplosione. Ma la relazione della commissione d’inchiesta scagionò la Fairmont Coal Company da qualunque responsabilità nell’incidente e venne così di fatto preclusa la possibilità per i parenti delle vittime di ottenere un risarcimento in sede giudiziaria dalla proprietà dell’impianto.
Solo grazie a sottoscrizioni ed elargizioni volontarie fu possibile devolvere modesti sussidi alle famiglie degli operai deceduti. Il 1º maggio 2009 il Presidente della Repubblica Italiana ha conferito la Stella al merito del lavoro alla memoria dei lavoratori deceduti a Monongah.
Articolo di Massimo Mariotti, vicepresidente FDI nel mondo.