Considerazione e realismo per gli italiani all’estero.
La Fondazione Italiani in Europa, attraverso il suo Presidente, Giuseppe Arnone, chiede l’esenzione dell’IMU per le case degli italiani che vivono all’estero. Martedì il via a una serie di incontri in diretta live.
Già da queste pagine abbiamo, più di una volta, affrontato il delicato tema dei nostri connazionali all’estero. Una questione spesso sottovalutata, ma che rappresenta un vero patrimonio di conoscenza e, perché no, anche di diretta “sponsorizzazione” del nostro Paese. Per far sì che il rapporto tra la nostra gente non decada in un mare di soli ricordi ma si mantenga vivo e, soprattutto, abbia come obiettivo la promozione delle intelligenze nostrane e il made in Italy, siamo convinti che occorra sempre più lavorare affinché vi sia una vera e propria unità legata alla nostra bandiera anche nei fatti e non solo nelle chiacchiere.
A tale proposito, ci fa piacere riportare l’iniziativa della Fondazione “Italiani in Europa” che, attraverso il proprio Presidente Giuseppe Arnone, assume un’iniziativa a favore di chi, pur vivendo all’estero, ha inteso mantenere un’abitazione nel paese di origine, proprio per tener vivo il legame con la nostra terra.
Attraverso una lettera inviata ai Sindaci, la Fondazione ha inteso porre sul tavolo una questione che oltre ad aver caratteristiche di obiettiva giustizia, è di assoluta concretezza. In pratica il documento richiede l’esenzione dell’imposta che si applica ai fabbricati di proprietà dei connazionali che vivono all’estero (e quindi utilizzano la casa solo in modo sporadico).
Stiamo parlando dell’IMU e della necessità che sul tema vi sia un “definito chiarimento”. Infatti, la norma che prevedeva l’esenzione per gli italiani iscritti all’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero (A.I.R.E.) e titolari di pensioni estere è stata recentemente abolita a causa di una indicazione dell’UE che ha segnalato come tale dispensa sarebbe discriminatoria nei confronti dei cittadini comunitari in possesso di unità abitative in Italia.
Ora, fermo restando che certe affermazioni appaiono alquanto discutibili, sarebbe stato quantomeno opportuno che il Parlamento verificasse quanti fossero i casi a cui si riferiva l’Unione Europea per valutare la sostenibilità di un eventuale allargamento della norma (poi si sarebbero potuti mettere vari paletti per evitare eventuali speculazioni). Invece si è preferito eliminare tout court la norma.
Proprio per questo motivo la Fondazione Italiani in Europa, attraverso il Presidente Arnone, sottolinea come non vi sia stata da parte della politica “alcuna lungimiranza ne un’adeguata presa di coscienza per mantenere vivo il legame tra elettori e connazionali e neppure tra questi ultimi e il territorio di appartenenza”.
Un j’accuse molto pesante nei confronti di una classe politica che spesso produce “illusorie promesse elettorali ricordandosi dei connazionali solo come potenziale serbatoio di voti”.
A seguito di tutto ciò la Fondazione ripropone la questione chiedendo di “analizzare con attenzione tutte le possibili azioni da compiere per agevolare gli italiani che vivono e lavorano all’estero, eliminando gli ostacoli di natura legale che, di fatto, impediscono di beneficiare di un provvedimento che alleggerirebbe condizioni di estrema pesantezza fiscale e contribuirebbe alla riattivazione dei consumi nel contesto europeo”.
Ma l’azione non si ferma alla lettera. Da martedì prossimo, così come ci anticipa il Presidente Arnone, “verranno programmate delle visite ai Sindaci per l’abolizione dell’IMU e saranno organizzate dirette live coinvolgendo tutti gli interessati al fine di far chiarezza sul tema e sulle nostre iniziative”.